Il Carnevale Di Venezia...

Il Carnevale di Venezia ha origini antichissime. Il Senato della Repubblica Serenissima ufficializzò l’esistenza del Carnevale nel 1296, con un editto in cui dichiarava giornata festiva il giorno precedente la Quaresima.
Da allora la festa ha accompagnato la vita della città rispecchiando le diverse esigenze storiche e dilatandosi nel corso dei secoli.
Durante la Repubblica Serenissima i festeggiamenti duravano praticamente sei settimane, dal ventisei dicembre fino al giorno delle Ceneri. Spesso tuttavia venivano concesse licenze carnascialesche per l’utilizzo delle maschere fin dai primi di ottobre, in coincidenza con l'apertura dei teatri e feste e banchetti si celebravano anche durante la Quaresima.E persino durante la Festa della Sensa, che durava 15 giorni, era consentito l’uso della maschera e del travestimento. Nel Settecento il Carnevale arrivò così a durare alcuni mesi e ad abbracciare un periodo di tempo assai più lungo.Questo ha contribuito a creare l’immagine di Venezia come di una città dedita al divertimento.
Venezia conquista appieno la fama di “città del Carnevale” nel XVIII secolo, quando con le sue feste, i suoi spettacoli, le sue maschere, i suoi teatri, la sua Casa da Gioco Pubblica, comincia a diventare un’attrazione turistica per tutta Europa, accogliendo migliaia di visitatori incuriositi di vivere quella atmosfera molto particolare ed effervescente.
In questo periodo la gente di ogni ceto e nazionalità si riversava nelle strade della città per festeggiare: si faceva baldoria dal mattino alla sera e la Repubblica tollerava tutto.Mascherarsi con una bauta o con uno dei tanti fantasiosi travestimenti era tradizione per i veneziani che vivevano intensamente questo periodo. Lungo le calli, per i canali, nei "liston" invasi da maschere il saluto era: "Buongiorno siora maschera". L'identità personale, il sesso, la classe sociale non esistevano più, si entrava a far parte della grande illusione del Carnevale. Piazza San Marco, riva degli Schiavoni e gli altri campi della città diventavano immensi palcoscenici in cui si organizzavano intrattenimenti di ogni tipo. Dovunque, nei caffè e nei teatri pubblici, nelle case private e nelle accademie, si inscenavano rappresentazioni e spettacoli teatrali, e non mancavano nei palazzi e nelle dimore nobiliari danze e feste da ballo. Le calli si riempivano di cortei colorati e festanti e la gente accorreva per assistere agli spettacoli improvvisati di danzatori, giocolieri e saltimbanchi. Si mangiavano dolci, frutta, castagne e le “fritole”, frittelle vendute in chioschi per calli e campielli. Dalla metà del '400 alla fine del '500, l'organizzazione delle feste carnascialesche comincia a esser regolamentata e ufficializzata e viene affidata alle Compagnie della Calza, associazioni di giovani patrizi che indossavano calze colorate per distinguersi a seconda del sestriere di appartenenza.


I giorni più importanti del Carnevale erano, allora come oggi, il Giovedì e il Martedì Grasso. In quei giorni la popolazione assisteva alle feste ufficiali, che si tenevano nelle pubbliche piazze ed in particolare in Piazza San Marco.
Alla fine del Settecento, in seguito alla caduta della Repubblica di Venezia, quando, col trattato di Campoformio, la città fu ceduta dai francesi all'Austria, il Carnevale ufficiale nella città lagunare pian piano scomparve, per poi ricomparire solo in tempi recenti.
Si riprese ad organizzarlo per riportarlo agli antichi fasti a partire dagli anni ‘80.Oggi maschere provenienti da tutto il mondo affollano i campi veneziani, ma soprattutto Piazza San Marco e i suoi caffè.
Accanto alle maschere tradizionali si mescolano travestimenti bizzarri e fantasiosi, vengono organizzati balli, feste, concerti e spettacoli teatrali.L'ultimo giorno poi, in ossequio alla tradizione, l'effigie del Carnevale viene bruciata in Piazza San Marco.

W Il Carnevale!... Un po di storia della festa più colorata dell'anno!



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Ma quando nasce il carnevale...
Le prime notizie sul Carnevale, all’inizio un vero e proprio rito religioso, risalgono ai tempi degli Egiziani. All'epoca dei faraoni, il popolo, mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che venivano sacrificati in onore del dio Nilo.
Se i Greci dedicavano il rito al dio del vino Dionisio, è soprattutto nel mondo romano e delle sue feste popolari, che possiamo ritrovare le origini del nostro carnevale.
I Romani si lasciavano prendere dall’euforia durante i Baccanali: festeggiamenti in onore del dio Bacco che si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano l'uso di maschere, tra fiumi di vino e danze.Famosa era anche la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nell’entusiasmo dei festeggiamenti.In marzo e dicembre era poi la volta dei Saturnali, le feste sacre a Saturno, padre degli dei, che si svolgevano nell'arco di circa sette giorni durante i quali gli schiavi diventavano padroni e viceversa, dove il "Re della Festa", eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico. Negli anni i Saturnali divennero sempre più importanti, all'origine infatti duravano solo tre giorni, poi sette finché, in epoca imperiale, furono portati a quindici. Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia. Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme divertimento popolare.
Durante il Tardo Medioevo il travestimento si diffuse nei carnevali delle città. In quelle sedi il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi con quelle stesse maschere che sono poi diventate simbolo di città e di debolezze umane.
Nel Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musicaLa festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale.
Con gli attori della Commedia dell'Arte, alla fine del '500, alcuni dei tipici personaggi carnevaleschi prendono forma e vengono caratterizzati nel linguaggio e nella gestualità. Nascono "le maschere" che penetrano nella tradizione collettiva e ci accompagnano ancora oggi. La galleria delle maschere italiane è vasta.












Storia del Costume...

1600 & 1700

Nel Seicento la forte diffusione del puritanesimo in molti paesi europei apportò una semplificazione delle stravaganze rinascimentali. Invece in Francia e in Spagna, paesi che non subirono un’influenza puritana, si diffuse il Barocco, uno stile che favoriva le esagerazioni in tutte le arti e anche nell’abbigliamento. Le scarpe avevano da poco il tacco, gli stivali, che prima si usavano solo per andare a cavallo, divennero largamente usati, anche in casa. I guanti di pelle fina provenivano dalla Spagna. Nella seconda metà del Seicento per la prima volta venne utilizzato il termine moda, inteso come modo di vestire. In questo periodo l’abito degli uomini era più decorato rispetto a quello delle donne; l’abbigliamento maschile divenne anche più discreto ed elegante, comparì anche la cravatta di lino di pizzo, la cui origine era molto discussa. Gli uomini usavano parrucche lunghe e molto pesanti, ne esistevano anche una da campagna e una da viaggio. Le classi nobili dell’Europa occidentale porteranno, useranno questo accessorio per quasi un secolo.L’abbigliamento femminile era molto ornato e seducente e prediligeva tessuti come il damasco e la seta. Nell’ultimo decennio del Seicento entrò nell’uso comune la cipria; le donne non usavano la parrucca, ma sofisticate pettinature abbellite con i boccoli.
Durante il regno di Guglielmo e Maria d’Inghilterra nacque il tricorno, un copricapo che rimarrà in uso per un secolo e rappresentava l’emblema dell’appartenenza all’alta società per distinguersi dalle classi inferiori.Nel Settecento, anche grazie alla diffusione delle idee illuministe che conferirono maggiore libertà anche all’abbigliamento, il barocco si evolse nel rococò, uno stile molto raffinato, elegante e decorativo. Gli abiti femminili erano molto voluminosi, esaltavano la figura più in larghezza che in altezza. Si utilizzavano le sottogonne con strutture di stecche di balena, di canne e vimini. Gli abiti erano ingombranti a tal punto che due donne non avrebbero potuto mai sedere allo stesso divano. Anche grazie allo sviluppo dell’industria tessile, in questo periodo i broccati pesanti vennero sostituiti da tessuti più leggeri come la seta, il taffettà, il cotone indiano e la mussola. Nel 1770 il sotto abito venne modificato: le due rigonfiature laterali vennero sostituite da un’unica rigonfiatura posteriore. Inoltre per la prima volta le gonne si accorciarono, scoprendo la caviglia. L’uso delle forcine per capelli iniziò in questo periodo. Verso la fine del Settecento le donne iniziarono a portare i cappelli, primi segni di emancipazione. Per gli uomini rimasero in uso per tutto il secolo le brache lunghe fino al ginocchio dove all’inizio venivano chiuse con dei bottoni, poi sostituiti da fibbie ornamentali.